sabato 14 novembre 2009

Sul coraggio

La cosa più importante, quando si lavora con l'architettura, è avere coraggio. Occorre proporre nuove idee e portarle a termine superando le difficoltà. Non importa quanto grande possa essere il progetto su cui stai lavorando: ci sarà sempre qualcuno che saprà apprezzarlo e qualcuno a cui non piacerà. [...]
Anche se la scala è diversa, il coraggio che metto nel mio lavoro è sempre lo stesso. Devi credere in te e comunicare con la gente: altrimenti nulla accade da sé.

Tadao Ando
(intervista a cura di  M. Belfiore pubblicata in PresS/Tletter n.28-2009)

Eh sì!


martedì 10 novembre 2009

Architettura e Design eco-sostenibile. Shigeru Ban docet

 

 
Tubi di cartone usati come pilastri, travi, pareti: per case, chiese, musei. È il modo di costruire di Shigeru Ban, un progettista giapponese, maestro della leggerezza e del riciclaggio ecologico.

L’uso di carta e cartone, materiali non convenzionali in ambito di design e architettura, lo rendono uno dei giovani architetti più in vista sulla scena internazionale. Il suo nome figurava tra quelli dei progettisti di uno dei due progetti finalisti per la ricostruzione del World Trade Center di New York.

L’opera di Shigeru Ban richiama non solo la sperimentazione architettonica, ma anche il valore concreto dei programmi di riciclo di carta e cartone e di tutela dell’ambiente. Divenne popolare in Giappone nel 1995, quando disegnò e realizzò, su larga scala, abitazioni economiche e di rapido montaggio per i terremotati di Kobe, impiegando come materia prima essenziale tubi realizzati con carta riciclata.

Per la realizzazione delle sue opere egli avvolge, con dei collanti naturali, della carta riciclata attorno un tubo di alluminio. Una volta seccata la carta, il tubo di alluminio si sfila e le colonne di carta vengono trattate con cera per renderle impermeabili. Con quegli stessi materiali di base, interamente riciclabili, Shigeru Ban realizza anche pezzi di design.

Minimalismo, sperimentazione e sostenibilità sono le costanti entro le quali si muove la ricerca di Shigeru Ban, architetto orientale, in netta posizione antitetica rispetto alla declinazione hi-tech di molta architettura contemporanea.

(Fonte: A+D)

mercoledì 30 settembre 2009

Aforismi #5

Un uomo che lavora con le mani è un manovale; un uomo che lavora con le mani e il cervello è un artigiano; ma un uomo che lavora con le mani e il cervello e il cuore è un artista.

- Louis Nizer -

lunedì 21 settembre 2009

E questi dove ce li mettiamo?


Progetto architettonico di Giugiaro Architettura.
Progetto costruttivo e realizzazione della struttura in legno lamellare di Holzbau S.p.A.

Una struttura di grande impatto visivo ma dalle linee essenziali e pulite: Atrium è una delle principali realizzazioni che Torino ha messo in opera in previsione delle Olimpiadi Invernali del 2006.
La struttura si presenta composta da due padiglioni formati da grandi archi in legno lamellare che si sviluppano da una parte all'altra della storica Piazza Solferino. Oltre al legno, ci sono anche l'acciaio e il vetro, che conferiscono al complesso un aspetto più leggero, ma anche una più evidente valenza tecnologica.


A Torino, per la loro forma, da sempre sono chiamati "gianduiotti", ma oltre all'ironia ci sono state anche aspre polemiche sull'inserimento di questi elementi così caratteristici e caratterizzanti, in una piazza di grande valore storico (era inevitabile, d'altra parte, che un'opera così riconoscibile suscitasse perplessità e polemiche da parte di studiosi e gente comune, dato il contesto ottocentesco in cui è stata costruita): inaugurati nel 2003 e progettati e realizzati in previsione di un loro smantellamento post olimpiadi, sono invece ancora lì, abbandonati.
Troppo costoso utilizzarli, troppo costoso smantellarli. Tanto vale transennarli, renderli inagibili, lasciarli in balia dei vandali e a marcire sotto la pioggia e sotto il sole.

sabato 19 settembre 2009

Malinconia...

Questo è un'inno alla stupidità umana. Nel 1990, in occasione dei Mondiali di calcio Italia '90, veniva inaugurato un gioiellino strutturale dal poetico nome, lo Stadio delle Alpi, in dedica alle montagne dalle quali era letteralmente circondato.


Fu progettato da Sergio Hutter, Toni Cordero e Francesco Ossola, e purtroppo, o per fortuna, Hutter non è sopravvissuto alla sua opera, ma morendo nel 1999, si è risparmiato di vedere questo...


Indipendentemente dal fatto che potesse piacere o no, l'errore non fu progettuale: semplicemente per poter usufruire dei fondi del CONI venne realizzata una pista di atletica, mai utilizzata, che non consentiva all'impianto una efficiente flessibilità funzionale.
Passare quest'estate lì davanti, e vedere quel vuoto... ricordare le partite, gli eventi olimpici, emozionanti concerti, Vasco Rossi tante volte (l'ultimo suo concerto, ad ottobre 2008, è stato l'addio definitivo al Delle Alpi), gli U2 nel 2001... e poi i Pink Floyd, Madonna, gli AC/DC, The Police, Ligabue, Ramazzotti e Renato Zero (fonte: Wikipedia).,,
Pensare che il nuovo stadio costerà 105 milioni di euro e che avrà il nome dello sponsor... che malinconia...

Vi invito a visionare lo slide show di Man_Drake, che rende l'idea della maestosità dell'opera e della grandezza della demolizione. Da vedere con malinconia.

lunedì 27 luglio 2009